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A cura di Vanessa Viti

Introduzione

Percorrendo il viale acciottolato che precede l’Abbazia si ha l’impressione di essere finiti in un’altra dimensione temporale, infatti la chiesa e gli edifici attorno ad essa danno vita ad un piccolo borgo circondato da mura che sembra essere immune allo scorrere del tempo.  Il complesso abbaziale si trova a Priverno, in provincia di Latina; nel XII secolo i monaci cistercensi bonificarono la zona, crearono un canale (da qui il nome Fossanova) ed innalzarono la chiesa che venne consacrata da Papa Innocenzo III nel 1208. L’abbazia di Fossanova, insieme a quella di Casamari, rappresenta il più antico esempio d’arte gotico-cistercense.

Fig. 1:esterno abbazia di Fossanova

ABBAZIA DI FOSSANOVA: ESTERNO

La chiesa, dedicata alla Vergine Maria e al martire Santo Stefano, riflette perfettamente la severità della regola cistercense, la quale era fondata sul voto, sull’isolamento e sull’Opus Dei. La chiesa appare severa e maestosa, la facciata è semplice ma allo stesso tempo grandiosa, il portale è strombato e formato da un arco a sesto acuto nella cui lunetta si trova un motivo decorativo ripreso dal rosone, mentre nella parte inferiore un mosaico cosmatesco sostituisce un’iscrizione dedicata a Federico Barbarossa. Nella parte superiore della sobria e semplice facciata, al di sopra del portale, trova spazio un grande rosone, ventiquattro colonnine binate, sui cui capitelli si impostano archetti a sesto acuto, funzionano da armatura della vetrata intermessa.

INTERNO

La chiesa, costruita in travertino, ha una pianta a croce latina, è divisa in tre navate coperte da volte a crociera, le quali si incontrano perpendicolarmente con il transetto. La navata centrale è formata da sette campate rettangolari e trova conclusione nel presbiterio che forma un unico corpo insieme all’abside. Al centro del transetto si erge il tiburio sormontato dalla lanterna, mentre nei due bracci laterali vi sono quattro cappelle. Le arcate sono sorrette da massicci pilastri rettangolari ai quali sono addossate delle semi-colonne da cui partono gli archi che si sviluppano verso le navate laterali; delle semi-colonne pensili invece, sorreggono gli archi trasversi della navate centrale. A spezzare il verticalismo delle colonne trova spazio una cornice che corre lungo la navata centrale. L’interno risulta completamente spoglio, nessun tipo di decorazione, nulla distrae l’attenzione dal maestoso silenzio dell’abbazia, il tutto va ad esaltare lo stile gotico-cistercense.

Fig. 2: interno dell’abbazia

CHIOSTRO

Come la tradizione cistercense vuole, il fulcro di tutto l’impianto architettonico è il chiostro, attorno ad esso infatti vi sono tutti gli edifici. Nel chiostro ritroviamo la stessa semplicità di forme della chiesa, se si fa eccezione del lato meridionale che appartiene, indubbiamente ad  una costruzione più tarda. Le arcatelle a tutto sesto nascono da colonnine doppie lisce e le gallerie sono coperte da volte a botte. Ai tre lati di stile romanico si contrappone quello costruito a sud in stile gotico, vi sono infatti, arcate a sesto acuto, colonnine abbinate di forme differenti e particolarmente complesse che però non contrastano con le forme degli altri tre lati, nonostante essi risultino molto semplici.

SALA CAPITOLARE

La sala capitolare è chiaramente in stile gotico, divisa in due navate e coperta da volte a crociera costolonate, è sostenuta da due pilastri cosiddetti fascicolari, perché formati da un fascio di colonnine. Questo luogo riveste un ruolo importante all’interno della vita monastica, è proprio qui che i monaci si riunivano ogni mattina per leggere un capitolo della Regola di San Benedetto.

Fig. 6: sala capitolare

 

REFETTORIO

Il refettorio, dove i monaci si riunivano per il pasto, è l’ambiente più vasto dopo la chiesa, il tetto è sostenuto da cinque archi a sesto acuto; sulla parete destra si trova il pulpito, al quale si accede mediante una scalinata di pietra. In principio vi erano tredici finestre, ora cinque di esse sono murate, dovevano dare grande luminosità alla sala. A ridosso della porta d’ingresso si trova, sulla destra, dalla quale le vivande venivano passate direttamente dalla cucina al refettorio.

L’infermeria si trova in una posizione distaccata rispetto al resto degli ambienti, al secondo piano di essa vi è la cella di San Tommaso, trasformata in cappella, sull’altare trova spazio un bassorilievo che raffigura la morte del santo.

Fig. 7: altare maggiore

SAN TOMMASO

Appare evidente quanto l’Abbazia di Fossanova è legata alla vicenda della morte di San Tommaso d’Aquino, avvenuta il 7 marzo 1274, il Santo si stava recando in Francia per assistere al Concilio di Lione. Fu convocato nei primi mesi dello stesso anno da papa Gregorio X. Il suo viaggio iniziò da Napoli alcuni giorni prima sul dorso di una mula, si era fermato a Maenza per visitare la nipote Francesca, qui, però, aveva iniziato ad accusare una febbre che celermente era divenuta preoccupante. Fu così che San Tommaso, conscio della morte che stava per sopraggiungere, volle farsi portare alla vicina Fossanova per poter trascorrere le ultime sue ore in preghiera e raccoglimento. Secondo la tradizione, egli attese il trapasso come l’uso francescano vuole: disteso sul nudo pavimento. La leggenda, inoltre, narra che nel chiostro siano ancora visibili le impronte lasciate dalla mula che portava il Santo al momento dell’arrivo nell’abbazia.

 

 

Bibliografia:

Storia dell’arte italiana-Electa-Bruno Mondadori

Sitografia:

https://www.goticomania.it/gotico-italiano/abbazia-cistercense-fossanova.html

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