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A cura di Adriana D’Arma

 

 

La devozione popolare verso la Beata Vergine Maria ha origini molto lontane, che affondano sino ai tempi della sua esistenza.

Moltissime furono infatti le confraternite, congregazioni, opere pie e comunità dedicate al culto di Maria Santissima Immacolata: queste ultime hanno svolto, da sempre, un ruolo di indiscussa rilevanza sulla propaganda mariana e sull’attività devozionale.

Infatti, il culto mariano, che si estese in tutta la Sicilia e che vanta una lunga tradizione, certificata nei secoli da numerose fonti documentarie, si diffuse tra la popolazione ancor prima che il dogma venisse accettato dalla Chiesa.

A Palermo, infatti, nell’estate del 1624, imperversava la peste, e il 16 dicembre di quello stesso anno si stabiliva che l’Immacolata fosse eletta come Patrona e Protettrice della Città. Ventuno anni dopo, nel febbraio del 1643, la Vergine Immacolata divenne protettrice di tutto il Regno.

Un percorso, quello della canonizzazione del Dogma dell’immacolata, che avrebbe raggiunto l’apice nell’ 8 dicembre 1854, giorno in cui papa Pio IX proclamò, con la bolla Ineffabilis Deus, l’assenza del peccato originale nella figura di Maria.

L’iconografia dell’Immacolata Concezione di Maria è semplice: la Vergine si presenta con le mani al petto e con il capo circondato dalle dodici stelle. È, pertanto, nel clima tridentino che sono stati individuati i simboli mariani (desunti dalle Litanie Lauretane) che hanno portato alla definizione dell’immagine dell’Immacolata. Tali simboli, che furono destinati a perdurare lungo tutto il Seicento ed oltre, sono: il Sole, la Luna, la Stella Mattutina, il Giglio, la palma, la rosa, lo specchio integro, il pizzo d’acqua vive, l’albero di Jesse e il giardino recintato.

Vale la pena ricordare, in tale senso, la tavola collocata sull’altare maggiore della chiesa dell’Immacolata Concezione a Palermo (fig. 1) ed eseguita dal famoso pittore Pietro Novelli[1], raffigurante per l’appunto l’Immacolato Concepimento di Maria Vergine, nella quale sono presenti tutti gli emblemi dedicati alla Vergine.

 

Il dipinto rispecchia un momento certamente maturo dell’artista in cui è chiaramente dominante il gusto vandyckiano con qualche reminiscenza riberesca.

In questa armoniosa composizione (fig. 2) vediamo al centro, sul crescente lunare, la Vergine, la quale indossa una veste grigio perlaceo e un manto dal colore azzurro profondo, con le mani giunte al petto e il capo cinto dalle dodici stelle. Sopra di Lei sovrasta la bianca colomba dello Spirito Santo. Tutt’intorno fanno da cornice gli angeli e i putti che, con le loro vesti e gli svolazzi dei drappi colorati, conferiscono maggiore vitalità al dipinto.

 

In questa rappresentazione è evidenziata la maggior parte dei simboli mariani sopracitati (epiteti pressoché ricorrenti anche nelle rappresentazioni analoghe di pittori coevi) quali il giglio della purezza e lo specchio, tenuti elegantemente in mano da due degli angeli qui presenti. Tali simboli, ricorrenti all’interno delle analoghe rappresentazioni di pittori coevi, rafforzarono ancora di più il clima di fervore presente nella nuova spiritualità cattolica.

 

 

Note

[1] Detto il Monrealese, Pietro Novelli (Monreale 1603- Palermo 1647) è stato un notevole artista del Seicento in Sicilia. Nato dal pittore Pietro Antonio e da Angelina Balsamo, studiò in un primo momento con il padre e giovanissimo si stabilì a Palermo dove ebbe come maestro Vito Carrera. Novelli, importantissimo pittore e architetto del quale è noto un ingente patrimonio artistico. Per approfondimenti: L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani. Pittura, Novecento Editrice, Palermo, 1993.

 

 

Bibliografia

C. Di Natale-M. Vitella (a cura di), Bella come la luna, pura come il sole. L’Immacolata nell’arte in Sicilia, Catalogo della mostra, Provincia religiosa di Sicilia dei Frati Minori Conventuali Ss. Agata e Lucia, Palermo, 2004.

Ciccarelli-M. D. Valenza (a cura di), La Sicilia e l’Immacolata. Non solo 150 anni, Atti del convegno di studio, Biblioteca francescana officina di studi medievali, Palermo, 2006.

Pietro Novelli e il suo ambiente, Catalogo della mostra, Regione Sicilia Assessorato dei Beni culturali ambientali e della Pubblica Istruzione, Flaccovio Editore, Palermo, 1990.

É. Mâle, L’arte religione nel ‘600. Il Barocco, Jaca Book, 1984.

 

 

ADRIANA D’ARMA

Sono Adriana d’Arma, nata nel 1993 in Sicilia. Ho vissuto per molti anni a Palermo ma la mia città è Gela (CL).

Paragono la mia passione per l’arte alla tecnica di scultura che adottò il maestro Michelangelo con il suo marmo, ovvero facendo emergere ciò che era intrappolato al suo interno. È proprio così, l’amore per l’arte vive in me da sempre, in qualsiasi forma essa si manifesti: danza, teatro, musica, pittura, fotografia.

Seguendo questo forte amore per la Storia dell’Arte, che verte maggiormente su un ambito classico, ho intrapreso un percorso di studi presso l’Università di Palermo, volto proprio alla scoperta della cultura e bellezza che ci circonda, ed è con grande fierezza, impegno e sacrificio che ad oggi sono una dottoressa magistrale Storica dell’Arte.

Contestualmente ai miei studi ho frequentato la Scuola di Specializzazione in Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Palermo, stesso Istituto dove ho svolto un lavoro di catalogazione e digitalizzazione del Patrimonio librario.

Diverse sono le esperienze improntate sull’arte: ho collaborato con il Festival de “Le Vie Dei Tesori” presso la Galleria Regionale Della Sicilia in veste di addetta all’accoglienza e alle visite guidate, esperienza unica non solo sul piano di formazione professionale e di crescita comunicativa-sociale, ma un’opportunità entusiasmante per conoscere più da vicino protagonisti e realtà del nostro Patrimonio culturale.

Inoltre in occasione di un tirocinio svolto presso un’agenzia di Communication and Design, in qualità di assistente all’organizzazione di eventi culturali e progettazione di campagne pubblicitarie, ho collaborato all’allestimento della mostra “La Sicilia in Etichetta”: esperienza briosa e affascinante.

Amo viaggiare, scoprire nuove realtà e fotografare paesaggi, sono un’appassionata del vintage e degli oggetti dal gusto retrò.

In questa mia nuova esperienza, entusiasta di far parte dei redattori del progetto StoriArte Discovering Italia, con grande affetto e onore spero di tenervi compagnia raccontandovi le bellezze che custodisce la mia amata terra: la Sicilia.

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