Introduzione
“Nobil natura è quella che a sollevar s’ardisce”; questi due versetti leopardiani sono il motto scelto per accogliere i visitatori della mostra “CAPOLAVORI SIBILLINI” svoltasi a Osimo presso Palazzo Campana dal 19 febbraio al 1 ottobre 2017. Le opere esposte provenivano da alcuni musei lesionati dal sisma del 24 e 30 agosto 2016.
La mostra “Capolavori sibillini”
Questo, che vuole essere un breve excursus delle opere d’arte ospitate nella residenza seicentesca osimana, inizia con i dipinti provenienti dalla Pinacoteca Duranti di Montefortino eseguiti da Corrado Giaquinto (Molfetta 1703-Napoli 1766).
Nella sala successiva alcune opere del pittore Cristoforo Unterperger (Cavalese 1732-Roma1798); appartenente alla famiglia di pittori trentini si formò a Vienna fu collaboratore del Mengs. Improntato al neoclassicismo, realizzò elegantissimi motivi improntati all’antico con i quali decorò, ad esempio, tutte le sale del Palazzo del Governo di Cavalese e l’atrio del Museo Clementino in Vaticano nel 1772.
Segue un piccolo gruppo di nature morte.
La Pinacoteca Civica di San Ginesio fu tra le prime ad essere istituita e raccolse, nel 1866 i beni artistici provenienti dalle chiese locali in seguito alla soppressione delle congregazioni religiose. L’esposizione delle opere provenienti da essa, inizia con un artista al quale San Ginesio diede i natali: Domenico Malpiedi (San Ginesio 1570/75 ca-1651), del quale sono esposte le tele Santa Lucia, San Biagio e Santa Apollonia, e San Bartolomeo
Ma l’opera che cattura immediatamente l’attenzione è senza dubbio la magnifica pala opera di Stefano Folchetti, documentato a San Ginesio dal 1492 al 1523; la sua Madonna in trono con Bambino e Santi Benedetto, Rocco, Sebastiano e Bernardo, si rivela in tutto il suo splendore, arricchita di profili dorati e di gemme incastonate nella tavola; l’ispirazione proviene da modelli crivelleschi come ci svelano l’eleganza delle preziose stoffe e la dolcezza delle fisionomie.
Si prosegue con un’opera della bottega del Ghirlandaio: il Matrimonio mistico di Santa Caterina. E, nella stessa sala, il dipinto che mi ha attratto per la sua notevole capacità narrativa, ideato dal senese Nicola di Ulisse e datato circa al 1463. L’episodio rappresentato si riferisce ad un fatto d’arme avvenuto nel 1377.
Nella sala successiva trovano collocazione opere provenienti da Loro Piceno, Montelparo, Montalto:.Grandi artisti marchigiani come Ercole Ramazzani con la sua Assunzione; Vincenzo Pagani con la pala della Madonna in trono con Bambino e Santi corredata di cimasa nella quale ha rappresentato il compianto sul Cristo deposto.
Le ultime tre opere che vorrei riportare sono il Ritratto di Sisto V che nacque a Montalto come Felice Peretti; di questo pittore che ha avuto l’onore di effigiare il pontefice marchigiano ignoriamo il nome; una bellissima Madonna del Rosario di ignoto autore; per concludere questa visita ai Capolavori Sibillini ancora con l’artista marchigiano Vincenzo Pagani e la sua Madonna in trono con Bambino e Santi.
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