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A cura di Simone Lelli

Introduzione

Il sito archeologico di cui si parlerà in questo articolo è quello di Celano Paludi, un piccolo comune in provincia dell’Aquila, dove è stato ritrovato un insediamento palafitticolo.

Parlando di un insediamento di questo genere precisamente si intende un agglomerato di capanne o un villaggio costruito con quelle che sono comunemente chiamate palafitte (fig.1), cioè strutture formate da un asse orizzontale di legno sostenuto da pali infissi nel terreno. Solitamente queste costruzioni venivano effettuate a ridosso di laghi, paludi o lagune, e servivano ad evitare che le inondazioni allagassero le abitazioni, ma anche a tenere lontani i predatori. Queste strutture erano diffuse soprattutto nel nord Italia e nella Pianura Padana; per questo motivo il sito di Celano Paludi rappresenta uno dei siti palafitticoli più importanti del centro Italia. L’ubicazione del sito non è infatti casuale, poiché si trovava in una posizione dominante sulla piana del Fucino.

Fig. 1 – Ricostruzione di una palafitta.

Storia degli scavi

Le prime evidenze archeologiche del sito furono osservate nel 1984, quando, durante i lavori di costruzione di un’azienda ittica in località Paludi (AQ), emersero alcuni resti lignei e materiale ceramico risalente al II millennio a.C. che testimoniavano un’antica frequentazione della zona. L’anno successivo, durante l’ampliamento del laghetto artificiale circostante, si comprese la complessità e la vastità dell’insediamento. Il sito, che oggi occupa una superficie di 4000 metri quadrati, fu utilizzato dalla media età del Bronzo (XVIII secolo a.C.) fino all’età del Bronzo finale (XII- X secolo a.C.). Inoltre, a testimonianza di una lunga e continua frequentazione della zona, si osservò che il sito era stato dapprima utilizzato come un luogo abitativo, successivamente utilizzato come un luogo sepolcrale (attestato grazie al ritrovamento di alcune sepolture), e infine di nuovo luogo abitativo con la costruzione di palafitte. Dal 1985 fino al 1989 sono state effettuate cinque campagne di scavo continue, condotte dalla Sopraintendenza Archeologica dell’Abruzzo e dirette dall’archeologo Vincenzo D’Ercole; queste hanno portato al ritrovamento di decine di pali lignei che indicavano la presenza di un villaggio palafitticolo datato alla fase finale del Bronzo, e alla scoperta di tre tombe a tumolo delimitate da pietre conficcate nel terreno. Le sepolture (fig.2), datate anch’esse nella fase finale dell’età del Bronzo, erano caratterizzate da un cassone ligneo in cui veniva deposto il defunto insieme al suo corredo funebre, composto da oggetti in bronzo come fibule, rasoi e aghi. Dopo anni di interruzione, gli scavi ripresero nel 1996, quando venne portata alla luce un’ulteriore tomba a tumolo e venne ampliata l’area di scavo di altri 500 metri quadrati, facendo così rinvenire nuove strutture lignee riferibili al villaggio palafitticolo. Nel 1998, con un’ultima campagna di scavo, furono ritrovate altre tre sepolture a tumolo molto simili a quelle precedentemente scoperte.

Fig. 2 – Sepolture trovate nel sito Celano Paludi (AQ).

Osservazioni

Dallo studio del materiale ligneo ritrovato durante le varie campagne di scavo presso il sito archeologico di Celano Paludi, si è notato che il legno utilizzato per la realizzazione dei pali è, nella maggior parte, legno di quercia; tuttavia si trovano anche, in piccola parte, legno di pioppo e di salice. Il diametro medio dei pali è di circa dieci centimetri, e questo permette di capire che essi sono stati ricavati sicuramente da tronchi di grosse dimensioni e poi adattati per l’utilizzo. Lo studio dei pali di legno e delle buche di palo ritrovate nel terreno ha permesso di ipotizzare le diverse aree abitative dell’insediamento: nella zona centrale dello scavo sono state trovate file parallele da cinque o più pali con una distanza tra loro che varia tra i novanta e i centotrenta centimetri, dal lato occidentale dello scavo, invece, si è notato che gli allineamenti di pali e buche possono raggiungere lunghezze notevoli. In questa zona, infatti, era presente una struttura quadrangolare formata da quattro allineamenti di pali lunghi quindici metri.

Il Museo di Preistoria di Celano Paludi (AQ)

Fig. 3 – Museo di Preistoria di Celano Paludi (AQ).

L’importanza e la singolarità del sito, unico in Abruzzo, portò il Sopraintendente archeologico dell’Abruzzo Giovanni Scichilione e il funzionario archeologico che aveva anche diretto gli scavi, Vincenzo D’Ercole, a presentare un progetto per la costruzione di un museo adiacente al sito archeologico di Celano Paludi. Il museo (fig.3), pienamente integrato nel territorio della zona, ha la forma di un tumolo e prende spunto dalle sepolture ritrovate negli scavi. Inaugurato nel 1999, è un edificio seminterrato che presenta stanze molto ampie e illuminate da grandi finestre poste sul soffitto. Al suo interno ospita reperti che spaziano dall’età del Bronzo fino all’epoca romana e vi si tengono anche alcune mostre temporanee. Il percorso museale inizia con la prima sala, che attualmente ospita una mostra: una collaborazione tra la Sopraintendenza archeologica d’Abruzzo e la società privata di Edison Gas che prende il nome di “Amore e morte”. L’esposizione accoglie i reperti archeologici trovati nella provincia dell’Aquila negli ultimi venti anni di scavi, tra cui si possono ammirare un complesso di vasi cinerari risalenti al VI millennio a.C., reperti metallici e ceramici del sito di Celano Paludi e anche la ricostruzione di una tomba a tumolo appartenuta ad una bambina morta all’età di dieci anni. Proseguendo il percorso si entra nella seconda sala, dedicata all’età del Ferro, in cui sono esposti i reperti delle necropoli di Fossa, Forca Caruso, San Benedetto in Perillis e Molina Aeterno. Il percorso si conclude entrando nella terza sala in cui sono collocati i corredi funebri delle necropoli di Fossa e di Bazzano: qui si può notare il livello di straordinarietà che aveva raggiunto l’Abruzzo nelle produzioni locali di ceramica a vernice nera, ceramica comune, e delle applique in osso che ornavano i letti funebri. All’interno della struttura si trovano anche grandi laboratori di restauro e spazi dedicati ad indagini antropologiche in cui vengono mostrate la storia e le prime frequentazioni umane della Marsica. Infine, in alcuni depositi del museo vengono ancora oggi conservate numerose opere d’arte provenienti da comuni abruzzesi colpiti dal sisma del 2009.

 

Conclusioni

Il sito di Celano Paludi, come detto in precedenza, rappresenta un caso unico sul territorio abruzzese soprattutto se si pensa che i siti palafitticoli sono concentrati soprattutto sul il versante alpino, in particolare nell’area della Pianura Padana, dove sono presenti grandi laghi ed estese zone paludose che giustificavano questo tipo di strutture. Il sito si trova nell’area del Fucino, una zona inizialmente paludosa, in cui si trovava il lago Fucino (considerato il terzo lago più grande in Italia per estensione). L’intera area fu successivamente bonificata dall’imperatore Claudio tra il 41 e il 52 d.C., ma l’originaria natura paludosa della zona può ben spiegare la costruzione di un villaggio palafitticolo a Celano Paludi.

 

 

Sitografia

aequa.org

il miraggio.com

inabruzzo.it

musei.abruzzo.beniculturali.it

neveappennino.it

treccani.it

 

Bibliografia

Mazzitti, ABRUZZO una storia da scoprire – a history to be told, Pescara, 2000

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