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A cura di Alessia Zeni

Introduzione

A nord di Trento, tra edifici e strutture di recente costruzione si erge l’antica Badia di San Lorenzo, uno dei pochi edifici a testimonianza di quello che era l’antica “Tridentum”, ovvero la città che venne eretta dai romani all’inizio dell’era cristiana. Una chiesa, quella di San Lorenzo, che ha mantenuto nel tempo la sua struttura originaria medievale, nonostante negli anni abbia subito notevoli danni causati dalle guerre e dalle inondazioni del fiume Adige.

Fig. 1 – La badia di San Lorenzo a Trento.

La chiesa

La badia di San Lorenzo è in stile romanico lombardo, è orientata da ovest verso est ed ha una pianta di tipo basilicale a croce latina con il transetto che non oltrepassa la larghezza delle navate. La Badia è piuttosto grande e si estende, in lunghezza, per 38 metri e in larghezza per 14 metri, presentando un’aula divisa in tre navate con campate collegate tra loro da archi in pietra a tutto sesto che sostengono le volte a crociera. Le vele delle volte sono dipinte con il motivo della stella domenicana e profilate con bande a decorazioni geometriche.

Nell’area presbiteriale lo stile romanico è stato abbandonato per accostarsi a forme più slanciate tipiche dello stile gotico; infatti nell’area sacra dell’edificio sono stati utilizzati quattro archi a sesto acuto, sostenuti da quattro robusti pilastri, al di sopra dei quali si innalza una grande cupola ottagonale. Questa struttura architettonica è la parte più interessante dell’edificio, in quanto il quadrato delimitato dai quattro pilastri si raccorda all’ottagono della cupola mediante quattro pennacchi di ascendenza orientale. La cupola del tiburio è infine decorata con il motivo della stella domenicana e al centro con l’Agnello di Dio, simbolo cristologico.

Fig. 4 – La badia di San Lorenzo a Trento, interno, la cupola del presbiterio con i quattro pennacchi di raccordo (Brunet 2012).

All’esterno colpisce la varietà cromatica dell’edificio, realizzato in pietra bianca e rossa di Trento e, nella parte sommitale dell’aula, del campanile e nel tiburio, in laterizio. La facciata è a salienti, cioè con le falde del tetto che seguono l’altezza delle navate e il campanile (XVII secolo) è caratterizzato da quattro bifore, da una torretta con finestre ovali e piccole piramidi angolari in cima.

Fig. 5 – La badia di San Lorenzo a Trento, la facciata (Brunet 2012).

L’aspetto più interessante della struttura esterna è sicuramente la decorazione dell’abside maggiore, marcata da leggere semicolonne con otto capitelli, decorati con motivi ad intreccio, aquile e teste angolari; i capitelli sono poi legati tra loro da una corona di archetti ciechi.

Fig. 6 – La badia di San Lorenzo a Trento, la decorazione esterna dell’abside.

La storia

Le origini della badia di San Lorenzo sono oscure ed incerte. Si suppone che la dedicazione a San Lorenzo, data alla chiesa e all’omonimo ponte sul fiume Adige, avesse origine dalla presenza in questo luogo di un sacello sacro di età romana dedicato alla divinità pagana “Larenzia”. Sopra queste rovine pare sia stato eretta una prima struttura cristiana, a carattere assai informale, che venne poi ricostruita tra il 1166 e il 1183 dai monaci benedettini, provenienti dal monastero di Vallalta (Bergamo).

Tra il 1166 e il 1183 i benedettini costruirono l’attuale Badia di San Lorenzo con annesso un grande convento, oggi demolito, e, secondo lo spirito del fondatore, alternarono a Trento lo studio monastico con il lavoro di un vasto appezzamento di terreno, situato sulla destra del fiume Adige, che, in quel tempo percorreva un alveo ben diverso dall’attuale.

Nel 1856 il percorso del fiume Adige all’interno della città di Trento è stato rettificato nell’attuale percorso.

Fig. 7 – L’antico alveo del fiume Adige che lambiva la chiesa di San Lorenzo (Ed. Manfrini 1978).

Non sappiamo il nome del magister che progettò l’edificio, ma è necessario sottolineare la presenza a Trento di un magister Lanfranco, costruttore e fratello di Israele, abate presso il monastero bergamasco di Vallalta, il quale dovette avere un ruolo principale nella costruzione del nuovo tempio religioso dedicato a San Lorenzo.

Nonostante le liti fra gli abati e i monaci benedettini il monastero riuscì a godere di un lungo periodo di prosperità determinato dalla concessione ai Benedettini di molte terre nei dintorni di Trento. Questa situazione non durò però a lungo: in seguito a funesti incendi e inondazioni il patrimonio territoriale dei monaci benedettini subì un drastico esaurimento, tanto che la chiesa e il monastero di San Lorenzo vennero ceduti ai Padri Predicatori di San Domenico. La decisione di cedere ai Domenicani il Convento con la chiesa annessa fu del vescovo di Trento, Aldrighetto di Castelcampo (1232-1247), quando nell’agosto del 1235 il numero dei monaci si era ormai ridotto notevolmente. Il complesso di San Lorenzo rimase ai Padri Predicatori fino al 1778, anni in cui i Domenicani restaurarono la chiesa nelle parti fatiscenti: furono realizzate le sopraelevazioni in cotto, la navata centrale fu alzata e furono costruite le volte a crociera e le arcate a sesto acuto.

Dopo il 1778 il complesso abbaziale rimase in uso a vari distaccamenti militari e subì in questo periodo una drastica trasformazione, ossia la demolizione del convento tra il 1933 e il 1934 e il danneggiamento della chiesa durante i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale.

Nel 1955, per interessamento del padre cappuccino Eusebio Jori, la chiesa venne restaurata e riaperta al culto con la qualifica di “Tempio civico” e da allora è rimasta ad uso dei frati cappuccini della Provincia di Trento. Sottoposta al degrado dell’alluvione che colpì Trento nel 1966, quando l’acqua raggiunse i sei metri di altezza, la chiesa mostrava, verso la fine degli anni ottanta, notevoli segnali di dissesto strutturale, specie nel campanile e nel tiburio.

Fig. 10 – La Badia di San Lorenzo a Trento durante l’alluvione del 1966 (Brunet 2012).

La stabilità della chiesa era talmente compromessa da intraprendere una importante campagna di studi dell’intero edificio, affidata all’architetto Andrea Bonazza, che si concluse con un radicale risanamento strutturale. L’opera di restauro della Badia di San Lorenzo ha interessato il sito per quasi un decennio, dal 1989 al 1998; un periodo così prolungato che ha permesso di elaborare un importante processo conoscitivo dell’edificio, arricchitosi di scoperte archeologiche, storiche ed architettoniche. Tra i reperti archeologici di notevole importanza, rinvenuti nei dintorni della badia, vi è un bronzetto raffigurante Mercurio del I-II secolo, una moneta risalente al 330-350 d. C. e le tracce della prima chiesa, già esistente nel 1146, con annesso campo cimiteriale.

 

Bibliografia

AA. VV., La badia di S. Lorenzo a Trento, Trento, Manfrini, 1978

Brunet Chiara Stella, La Badia di S. Lorenzo a Trento, Trento, Nuove Arti Grafiche, 2012

Grosselli Andrea, La Badia di S. Lorenzo a Trento, Rovereto, Stella, 2005

Wenter Marini G., La chiesa di S. Lorenzo a Trento – scavi e restauri, in “Studi Trentini”, 1, 1920, pp. 97-108

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