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A cura di Mirco Guarnieri

Introduzione

Dopo aver parlato dell’evoluzione architettonica e funzionale del Castello Estense, in questo articolo verranno trattati gli interni della struttura nel momento in cui essa passò dall’essere fortezza militare a residenza degli Este, dopo la tentata, ma fallita, rivolta da parte di Niccolò d’Este del 1476 per impossessarsi di Ferrara.

Dopo l’accaduto Ercole I d’Este ed i suoi successori apportarono numerose modifiche all’interno del Castello.

Piano Nobile

Giardino e Loggia degli Aranci

Documenti risalenti al 1478 confermano la presenza di un giardino pensile, fatto costruire sul rivellino orientale del Castello su ordine di Eleonora d’Aragona, consorte del duca Ercole I, e concluso durante il governo del figlio Alfonso I.

Il giardino inizialmente venne utilizzato per la coltivazione di erbe aromatiche, vista la presenza delle cucine ducali collocate anch’esse nella zona est del Castello, mentre con Alfonso I si perse quest’usanza e vennero piantati i primi aranci dentro grandi mastelli di legno.

Giardino degli Aranci.

Sempre durante il suo governo, Alfonso I fece realizzare da Biagio Rossetti un loggiato con quattro arcate a tutto sesto facendo anche scolpire il suo simbolo, la “granata svampante”, sui capitelli, che assunsero l’aspetto che oggi possiamo ammirare.

Capitello con la “granata svampante”, simbolo di Alfonso I d’Este. Credits: Nicola Quirico – Wikipedia.

Infine, nel 1531, il giardino venne recintato da un muretto merlato, decorato poi a finti marmi da Girolamo da Carpi nel 1554. Fu proprio il giardino degli aranci uno dei luoghi che ispirò Ludovico Ariosto alla realizzazione dei paesaggi dell’Orlando Furioso.

 

Vaghi boschetti di soavi allori,
di palme e di amenissime mortelle,
cedri et aranci ch’avean frutti e fiori
contesti in varie forme e tutte belle,
facean riparo ai fervidi calori
de’ giorni estivi con le loro spesse ombrelle;
e tra quei rami con sicuri voli
cantando se ne gìano i rosignuoli.
(Orlando Furioso, canto VI, 21)

 

Camerini del Principe o d’Alabastro

Concepiti da Ercole I e conclusi con Alfonso I, i camerini del principe o d’alabastro sono situati al piano nobile del passaggio che collega Palazzo Ducale e il Castello Estense, chiamato Via Coperta.

I camerini d’alabastro erano composti da sei ambienti: il camerino dei Baccanali, il camerino dei Marmi, il camerino dorato, la stanza del Poggiolo, l’Anticamera e il Salotto Ducale.

Camerino dei Baccanali

La decorazione del primo ambiente menzionato riflette i temi dell’epica classica e delle vicende degli Eroi, tipico del Rinascimento. Il duca Alfonso I su suggerimento dall’umanista Mario Equicola fece realizzare dipinti a tema bacchico da Giovanni Bellini con il Festino degli Dei1 (1514), da Tiziano con il ciclo dei Baccanali, che comprendeva la Festa degli amorini2 o Omaggio a Venere (1518-19), commissionato inizialmente a Fra Bartolomeo2,a che morì nel 1517, Bacco e Arianna3 (1520-23) e il Baccanale degli Andrii4 (1523-26) e un’opera attribuita a Dosso Dossi raffigurante l’Arrivo di Bacco sull’isola di Nasso5.

Quest’ultimo realizzò anche dieci scene tratte dall’Eneide tra le quali Enea e Acate sulla costa libica6 (1520 ca.) e la Discesa di Enea nei Campi Elisi7 (1520 ca.) poste nel soffitto del camerino.

Camerino dei Marmi

Il secondo ambiente, il camerino dei Marmi, vedeva collocati al suo interno ventotto rilievi marmorei realizzati dallo scultore Antonio Lombardo e dalla sua bottega raffiguranti le imprese degli dei. Secondo alcune ipotesi fatte dagli studiosi sulla possibile disposizione dei rilievi pare che di questi ventotto soltanto quattro avessero un contenuto narrativo, quindi dovessero essere posizionati in modo da poter essere “letti” in sequenza, mentre i restanti erano posti lungo i muri del camerino.

I quattro rilievi rappresentavano la Contesa tra Minerva e Nettuno per il possesso dell’Attica8, la Fucina di Vulcano9, l’Allegoria di Ferrara10 e l’Apoteosi di Ercole sull’acqua11, realizzati per omaggiare le virtù e il vigore di Alfonso I.

Camerino dorato

Nel camerino dorato, secondo quanto riporta un inventario del 1559, era presente un dipinto di Tiziano, il Cristo della Moneta12 (1516), medaglie e una raccolta di monete.

Tiziano, Cristo della moneta, 1516, Gemäldegalerie, Dresda.

Con la devoluzione del 1598, le opere presenti nei camerini finirono nelle collezioni di alcuni cardinali romani, come Pietro Aldobrandini, nipote di Clemente VIII.

Ricostruzione Camerino di Marmo. Credits: Sailko – Wikipedia.

Appartamento dello specchio

Questo era l’appartamento di Alfonso II, ultimo duca di Ferrara. Questo ambiente del Castello Estense era diviso in tre sale comunicanti tra loro: la Sala dell’Aurora, la Saletta dei giochi e il Salone dei Giochi.

Dopo il terremoto del 1570 venne chiamato a corte Pirro Ligorio a cui fu commissionato il rinnovamento delle decorazioni dell’appartamento.

Sala dell’Aurora

Originariamente chiamata Sala dello Specchio, nonché stanza privata di Alfonso II, è situata all’interno della Torre dei Leoni. Il soffitto venne affrescato secondo il tema dei quattro momenti della giornata: Aurora13, Giorno14, Tramonto15, Notte16 con al centro il Tempo17, mentre attorno si trova un fregio con putti che guidano carri trainati da varie coppie di animali.

L’Aurora, la Notte e il Tempo furono opera di Sebastiano Filippi detto il Bastianino, Ludovico Settevecchi realizzò il Giorno e il Tramonto ed infine il fregio venne realizzato da Leonardo da Brescia.

Saletta dei giochi

Ambiente posto tra la Sala dell’Aurora al Salone dei Giochi. Qui i temi sono quelli del tempo con la raffigurazione delle quattro stagioni e delle arti ginniche, ripreso anche nel salone successivo con la rappresentazione di giochi dell’antichità.

In questa sala18 vi lavorarono Ludovico Settevecchi come “direttore” dei lavori e Bastianino come collaboratore realizzando le quattro stagioni19Il gioco degli otri20Il telesiacoIl gioco dei birilliIl gioco della trottola. Gli elementi decorativi furono affidati sempre a Leonardo da Brescia.

Salone dei giochi

Anche nell’ultima sala dell’appartamento dello Specchio vi lavorarono i tre pittori citati prima proseguendo con le rappresentazioni di giochi dell’antichità21.

Fig. 21 – Ludovico Settevecchi, Sebastiano Filippi detto il Bastianino e Leonardo Da Brescia, Affresco Salone dei Giochi, Castello Estense, Ferrara. Credits: Mike Peel – Wikipedia.

Cappella ducale

Voluta da Alfonso II in onore della madre Renata di Francia, venne fatta realizzare tra il 1590-91. Gli affreschi22,a che oggi vediamo nella volta sono stati realizzati dal pittore ottocentesco Giuseppe Tamarozzi, ma dopo recenti restauri effettuati si è riuscito a risalire ad un pittore di fine Cinquecento che realizzò per primo gli affreschi della cappella, Giulio Marescotti.

Appartamento della Pazienza

L’appartamento venne realizzato verso fine Quattrocento per l’allora giovane Alfonso I nella Torre Santa Caterina, poi con l’incendio del 1556 gli ambienti della torre e quelli adiacenti ad essa vennero rinnovati diventando gli appartamenti di Ercole II. Quest’ultimo commissionò personalmente a Girolamo da Carpi, Battista Dossi, Camillo Filippi e ad altri pittori la realizzazione di opere e affreschi all’interno di questi ambienti seguendo il tema della pazienza, virtù del duca.

Le opere presenti nell’Appartamento della Pazienza erano l’Opportunità e Pazienza23 (1541) di Girolamo da Carpi, Giustizia24 (1544) e Pace (1544) realizzate da Battista Dossi fratello di Dosso Dossi e l’Allegoria della Pazienza25  (1553-54) ad opera di Camillo Filippi, padre del Bastianino.

Anche queste stanze con la Devoluzione del 1598 vennero spogliate di tutte le loro opere.

Sala del Governo

In questa stanza venivano esercitate le funzioni governative e di giustizia. Il soffitto ligneo a cassettoni è simile a quello che si trova al piano nobile del Palazzo dei Diamanti, mentre il programma iconografico rappresenta la “Genealogia” di Boccaccio e alle “Imagini de li dei de li Antichi” di Vincenzo Cartari.

Altre sale

Le altre sale presenti all’interno del Castello Estense sono state decorate e affrescate dopo il periodo estense. Nella sala di Ettore e Andromaca al centro del soffitto vi è dipinta una scena tratta dalla guerra di Troia27 ad opera di Francesco Bregola e Francesco Scutellari realizzata nei primi anni del 1800. La sala della Devoluzione28ab, precedentemente chiamata “sala Rossa”, si trova nell’area del castello che venne ammodernata per ospitare Lucrezia Borgia, seconda moglie di Alfonso I, diventando successivamente sede di una parte degli uffici di governo di Ercole II prima della Devoluzione.

Fig. 27 – Giovanni Bregola e Francesco Scutellari, Ettore dà l’addio alla moglie Andromaca e al figlio Astianatte, 1816, Sala di Ettore e Andromaca, Castello Estense, Ferrara. Credits: Mike Peel – Wikipedia.

Nel 1830 i pittori Francesco Saraceni e Francesco Migliari realizzarono quattro raffigurazioni sulla Devoluzione: Lucrezia d’Este firma la Convenzione Faentina con Pietro Aldobrandini, il duca Cesare d’Este esce a cavallo dalla città per dirigersi a Modena, Papa Clemente arriva a Ferrara il giorno seguente la partenza del duca e Il Papa che celebra le doppie nozze.

Infine la sala degli stemmi29. Dalle carte del progetto di Pirro Ligorio risulta che questa sala inizialmente venne divisa in due parti, mentre da documenti risalenti al 1584 risulta che all’interno di queste sale si trovavano marmi, sculture, vasi e bronzetti della collezione estense. Sotto il dominio pontificio vennero realizzate diverse decorazioni: la più antica è quella che raffigura una serie di scudi in oro e argento con le chiavi di San Pietro, mentre sotto di essi troviamo gli stemmi dei cardinali Legati che presero il governo di Ferrara tra il 1598 e il 1859. Nel 1857 con la venuta in città di Papa Pio IX vennero realizzate sei opere raffiguranti i principali centri della Legazione (Bagnacavallo, Cento, Comacchio, Ferrara, Lugo e Pomposa).

Fig. 29 – Sala degli Stemmi, Castello Estense, Ferrara. Credits: Palickap.

 

Bibliografia

Peter Humfrey, Mauro Lucco, Andrea Rothe, Getty, J. Paul, Museum Staff, Metropolitan Museum of Art (New York, N.Y.),“Dosso Dossi: Court Painter in Renaissance Ferrara”, 1998.

 

Sitografia

http://www.museoferrara.it/view/s/7419228cc08540e7b2bfba19f825e95f

I Pilastri dell’Arte: il Camerino delle pitture di Alfonso d’Este

https://www.iltermopolio.com/archeo-e-arte/antonio-lombardo-i-rilievi-per-lo-studio-dei-marmi

https://rivista.fondazionecarife.it/it/2000/item/285-il-maestro-dei-giochi

https://www.castelloestense.it/it/il-castello/alla-scoperta-del-castello/primo-piano/la-sala-dellaurora

https://www.castelloestense.it/it/il-castello/alla-scoperta-del-castello/primo-piano/la-cappella-ducale

Ercole II d’Este,”l’ingombrante” moglie francese e la pazienza come virtù

https://www.castelloestense.it/it/il-castello/alla-scoperta-del-castello/primo-piano/lappartamento-della-pazienza

https://www.castelloestense.it/it/il-castello/alla-scoperta-del-castello/primo-piano/la-sala-del-governo

https://www.castelloestense.it/it/il-castello/alla-scoperta-del-castello/primo-piano/la-sala-di-ettore-e-andromaca

https://www.ferraraterraeacqua.it/it/ferrara/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/castello-estense/sala-della-devoluzione

https://www.ferraraterraeacqua.it/it/ferrara/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/castello-estense/sala-degli-stemmi

https://www.castelloestense.it/it/il-castello/alla-scoperta-del-castello/primo-piano/la-sala-degli-stemmi

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