A cura di Michela Folcini
Introduzione
Il casato Moroni fu un’antica famiglia lombarda che pose le sue radici nel territorio bergamasco a partire dal XIV secolo. La sua storia ebbe inizio nel 1300 con Sereno Moroni, il quale trasformò la propria famiglia in una delle più nobili e prestigiose di tutto il territorio lombardo. Sappiamo dalle fonti d’archivio, conservate nell’omonimo Archivio Moroni, che tra il Trecento e il Quattrocento nacquero in questa famiglia due differenti ceppi: il primo nel 1390 con Peccino Moroni, il secondo nel 1419 con Marco Moroni, il quale diede origine all’attuale dinastia.
La Famiglia Moroni fu soprattutto legata alla produzione e coltivazione del gelso, materiale indispensabile nel settore tessile; proprio in virtù della sua attività lo stemma della casata si caratterizzava per la presenza di una pianta di gelso, completata poi dalla figura di un’aquila a partire dal 1700. Durante il corso del Cinquecento alcuni eredi si trasferirono dal piccolo paese di provincia di Albino (Val Seriana) alla bellissima Città Alta di Bergamo, e fu proprio nel cuore di questo luogo che nel 1606 Francesco Moroni, sposato con Lucrezia Roncalli, prese ufficialmente la decisione di far costruire la propria residenza nobiliare, conosciuta oggi come Palazzo Moroni.
Palazzo Moroni: storia, architettura e giardini
Palazzo Moroni nacque sull’attuale terreno di Porta Dipinta, all’epoca di proprietà dei Conti Pesenti e oggi riconoscibile dall’omonima Via Dipinta. I lavori di costruzione durarono all’incirca trent’anni, precisamente dal 1636 al 1666, e furono diretti dall’architetto Battista della Giovanna, scelto personalmente da Francesco Moroni. Dal punto di vista architettonico il palazzo residenziale si compone di diversi elementi: un ampio porticato d’ingresso, uno scalone d’onore e diverse sale in cui trovano posto straordinarie pitture, terrazze e i giardini. La sobria facciata principale dell’edificio è caratterizzata da un portone d’ingresso in posizione asimmetrica e incorniciato da bugne e un fregio dorico. La parte superiore di questo fronte si articola grazie alla presenza di diverse finestre che corrono lungo tutta la superficie muraria, scandendo ritmicamente la parete e creando un motivo di decorazione architettonica.
Superato il portone principale, la vista del visitatore si intreccia con quella della scultura di Nettuno collocata all’interno del portico, punto da cui si accede poi allo Scalone d’Onore. La maestosa scalinata, che si percorre dopo la visita del cortile d’ingresso, conduce ad un mezzanino (un piano intermedio) sul cui soffitto è possibile ammirare il grande dipinto su tela del pittore Paolo Vincenzo Bonomini. Da qui si ha la possibilità di proseguire al piano nobile, ossia quello dedicato alle sale residenziali della famiglia Moroni, che si presentano ai nostri occhi decorate e arricchite dai capolavori pittorici di differenti artisti, tra i quali: Giovan Battista Moroni, Bernardino Luini, Gian Giacomo Barbelli, Giuseppe Roncelli, Cesare Tallone.
A differenza di molti altri edifici residenziali, Palazzo Moroni non stupisce solo per l’apparato architettonico e per quello decorativo-pittorico, ma anche per il meraviglioso giardino panoramico, oggi riconosciuto come il più grande giardino privato di tutta la città di Bergamo Alta. Il giardino panoramico, cuore verde di Città Alta, si ramifica in differenti terrazzamenti che ospitano diverse tipologie di flora, e al suo interno ingloba perfino un’antica torre medievale appartenente alla Rocca Civica, detta “Pensatoio del conte”.
I terrazzamenti del giardino seguono le mode del Seicento e l’area libera da queste strutture si presenta agli occhi del visitatore come una vasta area verde agricola, chiamata “ortaglia”, inserita nella proprietà a partire dall’Ottocento. Ovviamente l’organizzazione e la struttura di tali terrazzamenti è vincolata da esigenze geografiche: essendo il Palazzo Moroni edificato sul Colle di Sant’Eufemia, è facile immaginare che l’architettura del suo giardino abbia dovuto seguire le caratteristiche del terreno del colle. Per questi motivi il giardino è organizzato in un totale di quattro terrazze: la prima è formata da un parterre all’Italiana, da quest’ultima parte una scalinata con cui si possono raggiungere la seconda e la terza terrazza; mentre l’ultima, raggiungibile dalla terrazza inferiore attraverso una gradinata di scalini in pietra irregolare, conduce il visitatore ai confini della proprietà Moroni. Alla fine di questa suggestiva passeggiata nel verde, la vista si arricchisce della meravigliosa presenza della vasta area del parco, in cui è possibile trovare esemplari di piante di gelso, ciliegi e fichi.
L’apparato decorativo delle sale di Palazzo Moroni
Una delle bellezze più straordinarie di Palazzo Moroni è la raffinatezza e la maestosità delle pitture barocche seicentesche che affiorano dalle sue singole sale. Uno tra gli autori di questo straordinario ciclo pittorico è Gian Giacomo Barbelli (1604 – 1656), pittore cremasco incaricato da Federico Moroni di affrescare gli ambienti del complesso residenziale, già conosciuto dal Moroni per i cicli pittorici eseguiti nel Palazzo Terzi di Bergamo. La particolarità delle sale del palazzo consiste nell’essere state rinominate a seconda dei soggetti rappresentati nelle pitture, in questo caso legati ai miti classici particolarmente cari ai pittori dell’arte barocca, esse prendono il nome di: Sala dell’Età dell’Oro, Sala della Caduta dei Giganti, Sala di Ercole, Sala della Gerusalemme liberata.
La Sala dell’Età dell’Oro presenta la figura di Saturno circondato dalle allegorie della Pace, Abbondanza, Semplicità e Allegrezza. La Sala della Caduta dei Giganti, come suggerisce lo stesso nome, raffigura l’episodio in cui Giove scaccia e colpisce i Giganti con i suoi fulmini, il tutto racchiuso in una scena dallo straordinario illuminismo pittorico che offre all’osservatore la sensazione di una vera caduta dall’alto dei diversi personaggi mitologici.
Molto interessante è la Sala della Gerusalemme Liberata, interamente dedicata all’opera letteraria di Torquato Tasso e affrescata con l’obiettivo di ottenere l’illusione di un soffitto molto più alto rispetto alla sua altezza reale. In queste sale appaiono con ogni grandiosità e stupore tutti gli effetti di illusionismo prospettico tipici dell’arte barocca, capaci di incantare e far perdere lo sguardo del visitatore tra luci, colori e atmosfere classiche.
Proprio grazie all’eccellenza e alla bravura di Gian Giacomo Barbelli, e degli altri pittori, Palazzo Moroni conserva e costituisce una delle più belle e significative testimonianze di pittura barocca del territorio bergamasco e uno dei più significativi patrimoni pittorici della regione Lombardia.
La collezione d’arte Moroni e la Fondazione Museo
Oggi è possibile conoscere la tradizione e la storia della Famiglia Moroni grazie al continuo lavoro di promozione della Fondazione Museo Palazzo Moroni, oggi polo museale di Bergamo volto a garantire la valorizzazione e divulgazione della cultura e dello studio delle arti. La mission della Fondazione non è solo quella di promuovere i restauri dedicati alle opere architettoniche e pittoriche del complesso, ma anche cercare di conservare e promuovere al meglio la collezione d’arte della Famiglia Moroni, tramandata di generazione in generazione fino ai nostri giorni.
La collezione d’arte costituisce una preziosa testimonianza dell’amore dei suoi proprietari nei confronti delle bellezze artistiche, nonché un pezzo di storia che completa la conoscenza e la curiosità di questa nobile famiglia di Bergamo. Parte di questa collezione sono le opere del Rinascimento lombardo, tra le quali trovano posto tre celebri ritratti di Giovan Battista Moroni: il Cavaliere Rosa, il Ritratto di Isotta Brembati e il Ritratto di donna anziana seduta. Altre opere significative sono la Maddalena Penitente del Giampietrino, allievo di Leonardo da Vinci, e Ritratto di Famiglia di Andrea Previtali, pittore bergamasco d’epoca rinascimentale.
Le opere d’arte sono esposte nelle differenti sale del palazzo, permettendo così di unire la visione delle straordinarie pitture murali con le opere d’arte della collezione Moroni. Nel corso degli anni la Fondazione ha sempre cercato di valorizzare il più possibile il suo patrimonio culturale non solo all’interno del proprio museo, ma anche all’estero grazie alla partecipazione del museo di Bergamo a molte mostre itineranti. Tra queste iniziative è bene citare l’importantissimo progetto promosso, tra il 2016 e il 2017, da differenti poli museali italiani come la Fondazione Moroni, la Pinacoteca Tosio Martinengo, la Pinacoteca del Castello Sforzesco, l’Accademia Carrara e anche la Galleria Palatina di Firenze; impegnati nella promozione dei beni culturali italiani in tre diversi musei internazionali quali il Museo Nazionale di Varsavia, il Museo Nazionale della Finlandia e il Rijksmuseum Twenthe di Enschede (Paesi Bassi).
Bibliografia
D. Calvi, Le misteriose pitture di Palazzo Moroni, Forgotten Books, 2018.
G. Gelmi, V. Sacchiero, Bergamo passo passo, Bergamo, Grafica & Arte, 2003. F. Rossi, P. Lodola, Bergamo capolavori, Bergamo, Grafica & Arte, 2001.
Sitografia
https://www.fondoambiente.it/
http://www.lombardiabeniculturali.it/
https://www.bergamodascoprire.it/
Quanto ti è piaciuto l'articolo?
Fai clic su una stella per votarla!
Media dei voti: 4.1 / 5. Totale: 15
Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.