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A cura di Alessia Zeni

Introduzione

Merano è bella oltre ogni immaginazione; può essere superata forse solo da Merano stessa in primavera, nel pieno della fioritura” così scriveva della città lo scrittore austriaco Stefan Zweig nel 1910. Una citazione che lascia intendere la bellezza di una città situata ai piedi delle Alpi, in provincia di Bolzano, immersa in un contesto naturalistico unico e costellata da monumenti che custodiscono la sua storia. Una località così particolare che è sempre stata riconosciuta come “città di cura”, per le proprietà terapeutiche delle sue acque, la particolare condizione climatica e i prodotti coltivati nel suo circondario, come l’uva e il latte che venivano consumati dai nobili della famiglia reale asburgica che qui veniva a cercare benessere psicofisico[1]. Questi non sono gli unici elementi che caratterizzano la cittadina, infatti Merano è costellata di monumenti storici che meritano una particolare attenzione. Qui si porrà l’attenzione al centro storico per ripercorrere gli anni cruciali della città, dalla Belle Époque alla Seconda guerra mondiale, e le peculiarità artistiche degli edifici in stile Art Nouveau.

Viaggio nel centro storico di Merano

Il viaggio nel centro storico di Merano parte dalle Terme che, situate lungo il fiume Passirio che lambisce il centro, costituiscono il simbolo della città e sono considerate tra le più belle delle Alpi. Il nuovo edificio è stato inaugurato nel 2005, ma le proprietà curative delle sue acque sono note da molti secoli, tanto che nel 1966 sono state riconosciute dal Ministero della Salute. Le acque termali nascono nel vicino Monte di San Vigilio dove, per infiltrazione, l’acqua raccoglie il fluoro, lo iodio e il gas Radon.

Fig. 3 – Merano, il Centro Termale (destra) e il viale di accesso. Credits: commons.wikimedia.org.

Dal centro termale attraverso la suggestiva “Passeggiata Lungopassirio” si arriva al primo “Kurhaus” (“Casa dell’ospite di cura”) di Merano. Un edificio suggestivo in stile Jugendstil del 1874, come indicato dalla data apportata a caratteri dorati sulla facciata principale. Quest’ultima è di gusto classico, dal colore bianco candido con una grande terrazza circolare che richiama l’imponente rotonda interna e il grande salone con il tetto a botte, progettato dall’architetto viennese Friedrich Ohmann. Domina la facciata una suggestiva e raffinata scultura di tre giovani donne abbracciate e legate da un festone che ballano in una danza circolare. Oggi l’edificio è utilizzato per i grandi eventi, come le convention europee e le rassegne musicali, infatti da molti anni ospita le “Settimane Musicali Meranesi” per la particolare acustica delle sua sale.

Proseguendo il percorso verso il cuore della città, si arriva al “Ponte della Posta” (“Postbrücke”) che congiunge il quartiere di Maia Alta con il centro della città: un meraviglioso ponte del 1909 ad ampie arcate decorate da tessere in mosaico color oro e un parapetto decorato con elementi floreali tipici dello stile Liberty.

Dal ponte iniziano le passeggiate meranesi, ovvero la “Passeggiata d’Inverno” e la “Passeggiata d’Estate” che seguono il tracciato del fiume e che in passato hanno contribuito a determinare la fama della città. La “Passeggiata d’Inverno”, che prosegue la “Passeggiata Lungopassirio”, fu realizzata nel 1855 per i nobili del casato asburgico che soggiornavano a Merano. Lungo questo sentiero i nobili cercavano benessere psicofisico grazie alla particolare posizione del percorso, protetta dal vento ed esposta al sole; inoltre nel padiglione (Wandelhalle), al termine della Passeggiata, i nobili bevevano siero di latte e mangiavano l’uva curativa. La “Passeggiata d’Estate” fu realizzata nel 1870, sulla sponda opposta del Passirio, all’interno di un parco ombreggiato da piante e arbusti unici, come i pini dell’Himalaya, i cedri del Libano e i cedri della catena montuosa dell’Atlante. All’ingresso della “Passeggiata” una statua in marmo riproduce l’imperatrice Elisabetta d’Austria: la statua fu realizzata nel 1903 dallo scultore Hermann Klotz per ricordare la sovrana che spesso e volentieri soggiornava nella città meranese, dando fama e notorietà alla città di cura.

Per raggiungere il centro storico della città, una volta terminata la “Passeggiata Lungopassirio”, si raggiunge “Piazza della Rena” e si arriva alla porta della città. Le porte della città sono testimonianza della cinta muraria e delle opere di fortificazione realizzate nel Trecento a Merano. Tre sono le porte sopravvissute: Porta Venosta, Porta Bolzano e Porta Passiria. La porta per raggiungere il centro storico è “Porta Bolzano” e come le altre è in pietra a vista con feritoie e sulla facciata porta lo stemma dell’Austria del Tirolo e di Merano.

Una volta varcata “Porta Bolzano” si raggiunge il cuore della città, ovvero “Piazza Duomo” con la sua Parrocchiale dedicata a San Nicolò. Il Duomo fu costruito a partire dal 1302 e i lavori proseguirono a lungo nel tempo, terminarono nel 1465 con la consacrazione della chiesa, mentre il campanile venne terminato più tardi solo nel XVII secolo. Per la chiesa fu costruita un Hallenkirche a tre navate in stile gotico d’oltralpe e fu consacrata a San Nicola di Mira, protettore di commercianti e naviganti, per proteggere la città dalle inondazioni causate dal fiume Passirio – all’epoca il santo veniva invocato contro le inondazioni – ed infatti la statua gotica del XIV secolo, sistemata sulla facciata meridionale verso il fiume, lo raffigura mentre con la mano benedice il Passirio. Il Duomo di Merano ha raffigurato sul portale laterale meridionale un gigantesco San Cristoforo, protettore di viandanti e pellegrini, e sulla volta del vano di passaggio, al di sotto del campanile, un paesaggio notturno con la croce dei Trinitari, attribuito al maestro boemo Venceslao, lo stesso che realizzò gli affreschi di Torre Aquila a Trento.

Da “Piazza Duomo” dipartono i portici della città, i più lunghi del Tirolo con i suoi oltre 200 negozi, caffè e ristoranti. I portici di Merano hanno inoltre la particolarità di essere cento passi più lunghi di quelli di Bolzano, così voluti nel Trecento per ricordare la superiorità del Tirolo, sul principato vescovile di Bolzano e Trento, loro eterni avversari.

Fig. 12 – Merano, i portici della città.

A metà di Via Portici (“Laubengasse”) si innalza il Municipio, un’architettura italiana novecentesca costruita durante il fascismo. Quest’ultima è dominata da una torretta con un grande orologio, al di sotto del quale, in una lapide, è ricordato il 1929, anno VII dell’era fascista meranese.

Fig. 13 – Merano, il Municipio con la torretta.

In questo punto, in una laterale di Via Portici, dietro al Municipio, si innalza un vero e proprio gioiello architettonico, ovvero il “Castello Principesco”. Esso venne fatto costruire intorno al 1470 dal duca d’Austria e Conte del Tirolo, Sigismondo (1439-1490) il Danaroso, per le sue periodiche visite alla città di Merano. Egli fece costruire una dimora cittadina, simile ad un castello di gusto tardogotico con porte riccamente intagliate e rivestimenti in legno alle pareti, mura merlate e feritoie con sola funzione ornamentale. Nel 1875 il castelletto rischiò di essere demolito per lasciare posto ad una scuola, solo all’ultimo momento, grazie all’iniziativa di alcuni cittadini, fu salvato e restaurato mantenendo la sua connotazione di Castello Principesco cinquecentesco. Oggi il Castello è aperto al pubblico e conserva armamenti, arredi dell’epoca e sontuose stanze con pavimenti e pareti rivestiti in legno, nonché la cappella di famiglia con affreschi del Cinquecento.

Proseguendo Via Portici si arriva a “Piazza del Grano” e poi a “Via delle Corse”, per poi raggiungere “Piazza del Teatro” con il suo storico “Teatro Puccini”. Un’architettura che ricorda in parte il Palazzo della Secessione viennese e tutto il mondo artistico legato a quell’ambiente e a quel periodo; venne inaugurato nel 1900 e fu il primo teatro in stile Jugendstil dell’Europa centrale. É un’architettura che colpisce per le decorazioni della sua facciata, un alternarsi di superfici levigate e superfici grezze, decorate con motivi floreali e festoni in stucco bianco e dorato, tipici dello stile Liberty. A colpire è anche l’interno per la cura dei dettagli e dei decori che richiamano il mondo artistico della fine dell’Ottocento e degli inizi del Novecento. Il teatro venne costruito in soli 14 mesi su progetto dell’architetto di Monaco di Baviera, Martin Dülfer, e il primo dicembre del 1900 venne inaugurato. Oggi è il più importante edificio storico di Merano, ma anche dell’Alto Adige e ospita rappresentazioni teatrali sia in lingua italiana che in lingua tedesca.

L’anello del centro storico di Merano si conclude in “Corso Libertà”, una via parallela a Lungopassirio che conduce a “Porta Bolzano”. “Corso Libertà” merita una particolare considerazione perché il tracciato segue l’antico percorso delle mura cittadine che, proteggendo la città dalle esondazioni del fiume Passirio, collegavano Porta Bolzano a Porta Ultimo. Le mura della città e le porte di accesso furono costruite in epoca medievale quando Merano era un centro mercantile del Tirolo, quando questo ruolo venne meno nel corso dei secoli, le mura vennero manomesse e nell’Ottocento abbattute definitivamente. Alla fine della Prima guerra mondiale, in seguito all’annessione dell’Alto Adige al Regno d’Italia, questa strada venne sistemata e ottenne il titolo di Corso Principe Umberto, in omaggio al principe ereditario della casa di Savoia. Al termine della Seconda guerra mondiale fu invece ribattezzata in “Corso Libertà” per commemorare la liberazione dal fascismo e dal nazismo.

Si conclude qui il percorso attraverso il centro storico di Merano. Un tragitto breve, ma ricco di monumenti e di storia locale che ricordano il ruolo di città commerciale del Tirolo e di città curativa della famiglia reale asburgica. I monumenti di interesse storico-artistico di Merano non si fermano al centro storico, molti altri che arricchiscono la città nei quartieri e nella periferia meriterebbero ulteriori contributi.

 

Note

[1] Merano è situata a 325 metri sul livello del mare, una quota piuttosto bassa se pensiamo a dove sorge la città, ai piedi delle Alpi Venoste. Merano è situata in una conca protetta dalle montagne che le permette di aver un clima del tutto particolare: un clima che ritarda l’inverno e anticipa la primavera rispetto ad altre località poste alla stessa latitudine. (Rohrer 2011)

 

Bibliografia

Valente Paolo, Merano. Breve storia della città sul confine, Bolzano, Rætia, 2008.

Rohrer Josef, Merano in tasca. La città e i suoi dintorni, Vienna-Bolzano, Folio Editore, 2011.

Dal Lago Veneri Brunamaria, Alto Adige Südtirol. Una guida curiosa, Bolzano, Rætia, 2014.

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