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A cura di Alice Perrotta

La Madonna degli Angeli: introduzione

Fin da-i tempi do seiçento,

Di Paveixi un bon cristian

O l’aveiva alzôu a-o vento,

Pe sentila da lontan,

Unn-a bella campanetta

In scio teito da gexetta.

Dentro poi o gh’ea l’artâ

A Madonna dedicôu,

E o faxeiva camminâ,

Tutta a gente a Mont’Ornôu:

Ch’a finiva poi in t’un costo

A godise o doi d’agosto.

                                       (A. Vassallo)

 

 

 

Con questi versi, il poeta dialettale Antonio Vassallo (1887-1933) rende omaggio alla chiesa della Madonna degli Angeli. Nella prima strofa, l’autore si riferisce al momento in cui il frate Giovanni Ambrogio Pavese (“Paveixi”) costruì l’edificio. Nella seconda strofa, Vassallo ricorda la folla di persone che il due agosto di ogni anno si recava in pellegrinaggio verso il monte ornato, in occasione della festa della Madonna degli Angeli.

A Savona, sul monte Ornato, è ubicata la piccola chiesa della Madonna degli Angeli.

Si tratta di un luogo molto suggestivo, immerso nel verde e affacciato su un vasto paesaggio costiero. Oggi, purtroppo, l’edificio si presenta in uno stato deteriorato e risulta inagibile, sebbene costituisca un pezzo di storia locale molto significativo e sia un bene vincolato dal 2009. È un luogo caro a molti savonesi tant’è che nel 2012, all’interno del censimento FAI “I Luoghi del Cuore”, ottenne il primo posto a livello regionale, il quarto su scala nazionale per quanto riguarda la categoria “chiese” e il 17° nella classifica nazionale generale.

Oggi l’edificio, sebbene sia apparentemente abbandonato, fa parte del progetto “Voce e Luce alla Madonna degli Angeli” dell’associazione GPN2010. Si tratta di un’iniziativa molto ampia e in continuo divenire che s’impegna nella salvaguardia non solo della chiesa, ma dell’intera collina circostante (figg. 1,3,6).

La chiesa della Madonna degli Angeli: cenni storici

Il primo documento conosciuto relativo alla chiesa (fig.7) reca la data 12 agosto 1596 ed è conservato nell’archivio vescovile di Savona. La costruzione dell’edificio risale a qualche anno prima ed è legata al nome del frate cappuccino Giovanni Ambrogio Pavese (1558-1631), appartenente a una ricca e importante famiglia di Savona. Suo padre ricopriva infatti la rilevante posizione di consigliere di Stato alla corte del duca Emanuele Filiberto di Savoia.

Fig. 7 – Il più antico documento che riguarda la chiesa. Fonte: Dal testo La Madonna degli Angeli, 1982).

Il frate si ritirò sul monte Ornato dove visse da eremita, alloggiando in alcune cellette vicine. Qualche tempo dopo, tuttavia, fu costretto a lasciare questo luogo (forse a causa degli inverni troppo rigidi e della sua salute cagionevole) e si stabilì a Torino «andando scalzo e continuando quella sorta di vita rigida e austera»[1].

Un documento attesta che nel 1623 Giovanni Ambrogio cedette l’edificio alla Repubblica di Genova con l’obbligo di farvi celebrare la messa ogni mese «per coloro che sono in peccato mortale e per la conversione degli Infedeli, dei Giudei e degli eretici»[2]. In seguito a quest’evento, sulla porta venne dipinto lo stemma della Repubblica.

Nello stesso anno venne arrecato un grave danno alla struttura: un padre scolopio rubò la campana. Nel 1631 Giovanni Ambrogio, mosso dalla nostalgia, decise di far visita al suo eremo, ma durante il tragitto contrasse la peste e morì prima di raggiungere la sua meta. Nel frattempo, l’edificio rimase pressoché abbandonato dato che in quel periodo vi si celebrava la messa solamente il 2 agosto, giorno di festa in onore alla Madonna degli Angeli. Nel 1650 l’accesso alla chiesa fu definitivamente vietato «per essere stata fatta ricetto di pecore e d’altro bestiame»[3]. In quegli anni venne anche rinvenuto da due padri francescani del convento di Lavagnola il corpo di un giovane soldato svizzero (o belga) morto suicida.

Quando nel 1654 l’allora vescovo Francesco Maria Spinola visitò la chiesetta diede il permesso per riprendere a celebrare le funzioni.

Negli anni della guerra di successione austriaca (1740-1748) l’edificio fu notevolmente compromesso e terminati i conflitti, il cappellano Giuseppe Maria Montaldi fece richiesta al governatore genovese della città di risanare le parti danneggiate. Un documento significativo relativo alla chiesa attesta che nel 1815 papa Pio VII, al tempo prigioniero a Savona, concesse, su supplica dei cittadini, l’indulgenza plenaria per il giorno della solennità della Madonna degli Angeli. Un fatto, questo, che dimostra quanto i savonesi avessero a cuore l’edificio.

Il documento riguardante l’indulgenza fu l’ultimo atto della storia della vecchia chiesa seicentesca. Da allora e per più di un secolo non si ebbero altre notizie, se non che l’edificio finì per diventare un rudere (fig.8).

Fig. 8 – I ruderi dell’antica struttura seicentesca. Fonte: testo La Madonna degli Angeli, 1982).

Nel 1929 il prof. Filippo Noberasco (1883-1941), direttore della Biblioteca Civica di Savona e studioso appassionato, pose al centro del dibattito locale la questione della chiesa e del suo degrado: «… Chi sa che qualche savonese non senta la nostalgia della chiesetta devota e romita e non intenda alla sua ricostruzione?» [4]. La sua richiesta venne ascoltata e messa in atto dal parroco Monsignor Tommaso Fonticelli: l’edificio venne ricostruito, seppur riducendone le dimensioni, con le pietre della precedente struttura e sul punto esatto in cui si trovava all’origine. Per questo motivo della chiesa antica oggi non rimane nulla, eccetto una traccia di pavimento. La nuova chiesa venne inaugurato il 2 agosto 1930 e nei decenni seguenti vennero svolte altre attività di riedificazione, seguiti però da continui atti vandalici. L’ultimo grande restauro della chiesa risale al 1982 e venne eseguito ad opera dell’impresario Gerolamo Delfino. Nonostante tutto ancora oggi questo luogo resta inagibile.

L’edificio

La chiesa attuale ha un aspetto semplice e presenta una struttura a capanna. La facciata è costituita da un portale rettangolare sovrastato da una finestra di ridotte dimensioni. Anche l’interno dell’edifico risulta molto modesto: le pareti sono spoglie e vi è un’unica aula. Un tempo vi era collocata una tela, di pittore ignoto, raffigurante la Madonna con il Bambino tra angeli, S. Stefano e le anime del purgatorio, ma in seguito l’opera fu trasferita nella chiesa di San Giuseppe a Savona per motivi di sicurezza (figg. 2,4,5).

 

Le fotografie dalla 1 alla 6 sono state scattate dalla redattrice.

 

Note

[1] La Madonna degli angeli, Savona: Parrocchia S. Giuseppe, 1982, p. 3. Le parole sono di Giovanni Vincenzo Verzellino (1562-1638), storico savonese.

[2] Ivi, p. 7.

[3] Ivi, p. 3.

[4] G. Gallotti, Chiese di Savona, 1992, p. 189.

 

Bibliografia:

Gallotti, Chiese di Savona, 1992

La Madonna degli angeli, Savona: Parrocchia S. Giuseppe, 1982

 

Sitografia:

www.amiciliceochiabrera.it

www.fondoambiente.it

www.lanuovasavona.it

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