4.4
(9)
A cura di Mirco Guarnieri

Introduzione

Giovanni Boldini nacque nel 1842 a Ferrara; ottavo figlio di Antonio Boldini e Benvenuta Caleffi, abbandonò presto gli studi per avvicinarsi al mondo dell’arte ricevendo gli insegnamenti dal padre, pittore legato alla pittura rinascimentale. Un esempio dell’apprendimento dello stile paterno, e quindi dello svilupparsi dello stile della pittura di Boldini, è visibile nell’Autoritratto del 1856.

Giovanni Boldini, Autoritratto giovanile, 1856, Museo Giovanni Boldini, Ferrara. Credits: Di Giovanni Boldini – [1], Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=58296352.

La pittura di Boldini: da Ferrara a Firenze

Ferrara iniziò a diventare una città troppo “stretta” per il Boldini, che all’età di vent’anni grazie al denaro ereditato dallo zio e dall’esonero dal servizio militare, si trasferì a Firenze dove divenne studente presso l’Accademia di Belle Arti. Oltre alle lezioni in Accademia il Boldini frequentò, grazie all’amicizia con Cristiano Banti e Michele Gordigiani, il Caffè Michelangiolo. Qui ebbe modo di entrare in contatto con alcuni tra i più importanti esponenti della corrente dei Macchiaioli, come Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani e Vincenzo Cabianca, che lo portarono ad allontanarsi dagli insegnamenti accademici e ad avvicinarsi alla pittura dal “vero”, anche se Boldini continuò a preferire i ritratti. Alcuni esempi sono quelli realizzati a Enea Vendeghini (1863-64), Lilia Monti (1864-65), Giuseppe Abbati, Martelli e l’autoritratto mentre osserva un quadro (1865), Ritratto di Giuseppe fattori nel suo studio, Cristiano Banti e i figli Adele e Lionetto Banti (1866) e le sorelle Laskaraki (1869).

Oltre ai Macchiaioli, Boldini entrò in contatto con la piccola cerchia della comunità inglese presente a Firenze, come Walter Falconer, che nel 1867 portò Boldini a vedere l’Esposizione Universale dove ebbe modo di conoscere Degas, Sisley e Manet. Rientrato a Firenze, nel 1868 iniziò la realizzazione degli affreschi presso la cosiddetta “Falconiera”, la villa di Falconer a Pistoia, completata nel 1870 dopo una serie di interruzioni. Sempre in quell’anno William Cornwallis-West invitò il Boldini a soggiornare a Londra, mettendogli a disposizione uno studio dove realizzare le sue opere; inoltre grazie al duca di Sutherland, l’artista entrò in contatto con l’alta società inglese, realizzando ritratti di piccolo formato di Lady Holland, la duchessa di Westminster e Lady Bechis, opere molto vicine alla ritrattistica inglese di fine ‘700/inizio ‘800.

La pittura di Boldini: il soggiorno parigino

Il soggiorno a Londra non durò moltissimo, infatti l’anno seguente Boldini si trasferì in pianta stabile a Parigi. Nella capitale francese il pittore ferrarese lavorò per il mercante Adolphe Goupil realizzando opere di genere come l’Amaca e Primavera (1873), di vedute di Parigi come Place Clichy (1874) e Place Pigalle (1882), senza mai allontanarsi dal genere del ritratto. Questo lo portò ad esporre nel 1874 presso il Salon du Champ-de-Mars dove riscosse molto interesse. La sua fama lo fece entrare nei salotti più esclusivi della città, e divenne un pittore molto richiesto soprattutto dalle donne aristocratiche: questo gli valse l’appellativo di pittore mondano. Sempre nel 1874 ebbe una relazione con la contessa Gabrielle De Rasty per cui realizzò alcuni ritratti (1876 e 1879), mentre nel 1876 viaggiò in Olanda dove studiò la pittura di Frans Hals che lo portò ad utilizzare sempre più frequentemente una pennellata veloce e sintetica, già usata in parte per la realizzazione delle persone presenti nei dipinti di vedute delle piazze parigine, e all’utilizzo di colori grigi, neri, argenti e bruni com’è possibile vedere come nella Conversazione al caffè (1879) o Notturno a Montmartre (Cavalli di notte) (1883).

Con l’avvento della Belle Époque, Boldini raggiunse l’apice della sua carriera. Nell’ultimo ventennio del XIX secolo gli vennero commissionati sempre più ritratti: non solo di nobildonne come la Principessa di Caraman Chimay (1889), la Contessa de Leusse (1889-90) o Lady Collin Campbell (1894), ma anche di personaggi celebri come Toulouse Lautrec (1880), Joaquin Araujo Ruano, Giuseppe Verdi per cui realizzò due ritratti nel 1886, Emiliana Conca de Ossa (1888), Edgar Degas (1885-1890) e Robert de Montesquiou (1897).

Nel 1895 Boldini espose alla Biennale di Venezia come componente del Comitato di Patrocinio, e fu chiamato molte altre volte negli anni seguenti. Di quell’anno sono noti i suoi dipinti paesaggistici di Venezia e della sua laguna.

Due anni più tardi invece arrivò ad esporre alla Galleria Wildenstein di New York i ritratti di James McNeill Whistler (1897) e l’Infanta Eulalia di Spagna (1898).

La pittura di Boldini: il ritratto di Franca Florio

Con l’inizio del XX secolo le commissioni iniziano a diminuire, tuttavia realizzò comunque opere degne della sua fama, come il ritratto a Franca Florio realizzato nel 1901 (anno in cui il pittore venne ospitato dalla famiglia Florio a Palermo) ed esposto alla biennale di Venezia del 1903. L’opera poi venne ritoccata varie volte fino alla versione finale del 1924.

Altre opere realizzate dal Boldini sono Madame R.L., Lina Cavalieri e Cléo de Mérode (1901), Consuelo Vanderbilt duchessa di Marlborough con il figlio Lord Ivor Spencer Churchill (1906), la marchesa Luisa Casati con un levriero (1908) e la passeggiata al Bois de Boulogne (1909) oltre all’autoritratto a sessantanove anni del 1911.

Con l’avvicinarsi del primo conflitto mondiale Boldini si trasferì prima a Londra poi a Nizza, per tornare nella capitale francese al concludersi della guerra. Qui venne insignito della Legione d’onore e del titolo di grande ufficiale della corona italiana nel 1919. Prima della morte che lo colpì il 12 Gennaio del 1931, si sposò con la giornalista Emilia Cardona nel 1929. Come richiesto dal pittore, alla propria morte il corpo fu sepolto nel cimitero di Ferrara, dove il 12 Gennaio 2021 è stato celebrato il novantesimo anniversario della sua scomparsa.

Tomba monumentale di Giovanni Boldini, Cimitero della Certosa, Ferrara. Fonte: https://ar-tour.com/guides/certosa-di-ferrara-cimitero-monumentale/39-giovanni-boldini.aspx.

 

 

Sitografia

https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-boldini_%28Dizionario-Biografico%29/

Giovanni Boldini: breve biografia e opere principali in 10 punti

https://artemoderna.comune.fe.it/1853/museo-giovanni-boldini

https://biografieonline.it/biografia-giovanni-boldini#gli-studi-e-i-macchiaioli

https://artemoderna.comune.fe.it/index.php?id=1858#boldini

Quanto ti è piaciuto l'articolo?

Fai clic su una stella per votarla!

Media dei voti: 4.4 / 5. Totale: 9

Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.