A cura di Alessia zeni
In questo nuovo contributo dedicato al Natale andremo a conoscere l’arte di Leandro Bassano (Bassano, 1557 – Venezia, 1622), figlio del più celebre Jacopo Bassano, e in particolare l’“Adorazione dei pastori”, tema trattato a più riprese dall’artista veneto e dalla bottega Bassanese. In questa sede andremo soprattutto a conoscere un capolavoro di Leandro Bassano l’“Adorazione dei pastori” della Collezione Luigi Donati datata tra il 1595 e il 1600, scoperta qualche anno fa e presentata al pubblico per la prima volta nella mostra “Il Natale degli umili nella pittura di Leandro Bassano”, nel 2007, al Museo Diocesano di Trento. Una mostra ideata e curata da Roberto Pancheri e Domenica Primerano e al quale questo contributo fa riferimento.
L’“Adorazione dei pastori” di Leandro Bassano presa qui in esame faceva parte di una delle più consistenti collezioni d’arte del Trentino: la collezione di Luigi Donati, imprenditore e pioniere della bachicoltura in Trentino che nella seconda metà del XIX secolo si dilettò a comprare e acquisire diversi quadri e opere d’arte antica. Nella sua collezione, conservata nel palazzo di famiglia a Mezzocorona, nella Piana Rotaliana del Trentino occidentale, vi era un’”Adorazione dei pastori” che all’epoca era conosciuta come la “Natività”. Quest’opera era stata esposta al pubblico per la prima volta alla mostra d’arte sacra del 1905, organizzata presso il Seminario minore di Trento, e poi acquisita nel 1983 da Giulio Angeli di Mezzocorona, nipote ed erede di Luigi Donati e attuale proprietario dell’opera.
Negli anni, la produzione artistica di Leandro Bassano è stata di difficile individuazione, soprattutto quella del periodo giovanile, in quanto legata alla produzione del padre, Jacopo, e alla bottega di famiglia, formata dagli altri tre figli di Jacopo, Francesco detto il Giovane, Giambattista e Gerolamo[1]. Più certa è la produzione matura di Leandro, sia per lo stile e la maturità pittorica raggiunta che per le diverse opere firmate dall’artista. È questo il caso della nostra ”Adorazione dei pastori” che per anni è stata sconosciuta alla critica artistica, nonostante l’opera fosse stata firmata dal pittore “LEANDER A / PON.E BASS.IS / EQVES. F.”. L’artista ha dipinto la firma al centro dell’opera, sullo scalino in pietra dove è adagiata la mangiatoia e con il titolo di “Eques” per ricordare il titolo di Cavaliere di San Marco che gli fu conferito nel 1595, dal doge Marino Grimani.
L’“Adorazione Donati” è un vero e proprio capolavoro del giovane artista bassanese, marchio della produzione artistica più matura, ma anche della bottega Bassanese. L’opera che misura 139×117 cm è la trasposizione in immagine del racconto evangelico di Luca, dove al capitolo 2, versetti 8-20 racconta l’annuncio ai pastori della nascita del Messia, il Signore. In questa tela Leandro dipinge il Natale dei pastori, i primi ai quali fu annunciata la nascita del Salvatore e i primi a recarsi dal Messia a Betlemme. I pastori sono i veri protagonisti della tela, raffigurati attorno alla mangiatoia con i loro animali, mentre Giuseppe e Maria sono collocati in secondo piano per lasciare la scena al popolo più umile della società di allora. Sono pastori di tutte le età, uomini, donne e ragazzi raffigurati con gestualità e lineamenti piuttosto marcati che esprimono stupore e riverenza alla vista del Bambinello. Il centro della raffigurazione è la cesta sulla quale è adagiato il Messia e dalla quale convergono tutte le direttrici dell’opera; una luce soprannaturale, irraggiata dal Bambinello, illumina la scena di una luce crepuscolare, segno distintivo della produzione artistica matura di Leandro Bassano, molto diversa dai forti chiaroscuri delle opere di padre e fratelli. La composizione dei vari personaggi è piuttosto serrata all’interno della scena e gran parte di loro converge con gli sguardi e con i gesti in direzione della culla: il pastore posto di spalle in primo piano, il pastore in secondo piano con il cappello in mano, l’anziana con le uova (sinistra), il pastore stempiato con la mucca (destra). Gli altri personaggi guardano in differenti direzioni, espediente voluto dall’artista per dare dinamicità alla scena: la coppia di pastori in alto a destra, uno dei quali indica e guarda gli angeli, mentre l’altro porta un fagotto sulla spalla, e la coppia di giovani pastori, seduti in primo piano. Il più giovane suona il flauto con le gambe serrate, forse per il freddo, ed ha con se una lanterna spenta, mentre il più grande con la spalla scoperta rovista nella cesta delle uova (Fig. 2). Tutti i pastori sono rappresentati con abiti grezzi e succinti e con una gestualità spontanea come gli angeli nel cielo che sembrano più dei pastori che delle creature divine. Molto più convenzionali i personaggi di Maria e Giuseppe sia nella mimica che nella fisionomia, sistemati in un’architettura appena accennata composta da una colonna in pietra e un tetto in legno, forse l’accenno di una capanna. In ultimo, ma non meno importante, è il campionario di animali domestici che accompagna i pastori: l’asino, due tortore, una gallina, una mucca, una capra, una pecora ed un cane.
Il tema dell’”Adorazione” qui trattato da Leandro Bassano è in linea con la produzione artistica pastorale della bottega paterna. Una bottega, quella dei Bassano, che aveva una spiccata abilità nel rappresentare gli ambienti pastorali con greggi, animali da cortile e rustici pastori e che prendeva ispirazione dal mondo rurale veneto. All’interno di questo ambiente bucolico trovava spazio l’episodio religioso, dando così origine alla pittura di genere, della quale i Bassano furono ispiratori e protagonisti. I quadri dipinti da Leandro emergono per la forte resa realistica dei dettagli, ma soprattutto per la grande umanità semplice e affaccendata che trasudano i vari personaggi e che testimoniano la grande passione narrativa del pittore veneto.
L’“Adorazione dei pastori Donati” non è oggi visibile al pubblico, poiché appartiene a collezione privata, ma al Castello del Buonconsiglio di Trento è conservata un’opera più tarda e molto simile all’“Adorazione Donati”, dipinta da Leandro per la chiesa di Santa Sofia a Venezia tra il 1600 e il 1610. E esiste anche un’ulteriore versione, anch’essa posteriore, conservata nelle collezioni della Rhode Island School of Design al Museo di Arte di Providence negli Stati Uniti d’America e datata 1592-1594.
Note
[1] La famiglia di pittori Dal Ponte aveva la bottega presso il celebre ponte di legno a Bassano del Grappa e l’appellativo “Bassano” venne usato a partire dalla seconda metà del Cinquecento in ambiente veneziano per indicare il capostipite della famiglia Francesco detto il Vecchio, il figlio Jacopo e i quattro figli pittori, Francesco detto il Giovane, Giambattista, Leandro e Gerolamo. La bottega dei Bassano nella cittadina veneta si estinse con la morte del figlio Giambattista che, ultimo erede della bottega bassanese, si spense nel 1613.
Bibliografia
Il Natale degli umili nella pittura di Leandro Bassano, a cura di Roberto Pancheri, Trento, Effe e Erre, 2007.
Alberton Vinco da Sesso Livia, Leandro Bassano ultimo erede di una dinastia di pittori, in Il Natale degli umili nella pittura di Leandro Bassano, a cura di Roberto Pancheri, Trento, Effe e Erre, 2007, pp. 11-18.
Pancheri Roberto, L’Adorazione dei pastori Donati: un piccolo capolavoro ritrovato di Leandro Bassano, in in Il Natale degli umili nella pittura di Leandro Bassano, a cura di Roberto Pancheri, Trento, Effe e Erre, 2007, pp. 33-46.
Sono Alessia Zeni, abito a Cavedago, un piccolo paese del Trentino Alto-Adige, situato nella bassa valle di Non. La mia passione per la storia dell’arte e le discipline artistiche è iniziata in giovane età conseguendo il diploma di “Maestro d’arte applicata” presso l’Istituto Statale d’Arte Alessandro Vittoria di Trento e successivamente la laurea specialistica in “Storia dell’arte e conservazione dei beni storico-artistici e architettonici” presso l’università degli studi di Udine.
In seguito al conseguimento del diploma di Guida ai Beni Culturali Ecclesiastici rilasciato dall’Associazione Anastasia della Diocesi di Trento, ad oggi mi occupo di visite guidate ad alcune chiese del Trentino. Mi dedico alla redazione di articoli storico-artistici per riviste regionali e collaboro con il FAI – Fondo Ambiente Italiano – Gruppo Val di Sole (delegazione di Trento) per l’organizzazione di visite guidate alle giornate FAI di primavera. Sono redattrice per il quotidiano on line “La voce del Trentino” e ho lavorato come hostess per i gruppi di turisti in visita alla regione Trentino Alto-Adige. Nel progetto Discovering Italia sono referente del Trentino Alto-Adige.
Quanto ti è piaciuto l'articolo?
Fai clic su una stella per votarla!
Media dei voti: 5 / 5. Totale: 5
Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.