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A cura di Silvia Piffaretti

 

 

Tornabuoni Arte. Antologia scelta 2022

La galleria Tornabuoni Arte di Milano, dal 16 dicembre 2021 e fino al 26 novembre 2022, apre nuovamente i suoi spazi in occasione della mostra “Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2022”, articolata tra la sede milanese e fiorentina. Le opere, che saranno esposte in momenti diversi nelle due sedi, mettono in luce il lungimirante gusto collezionistico di Roberto Casamonti. L’esposizione, accompagnata da un volume con un contributo di Sonia Zampini, copre un arco cronologico che parte da una battaglia risorgimentale di Giovanni Fattori, per giungere, attraverso i principali maestri del Novecento, a un video di Plessi del 2021. Infatti, come argomenta Sonia Zampini, “l’antologia è intesa come una retrospettiva ad ampio raggio di osservazione sulle molteplicità delle dichiarazioni artistiche, dei movimenti, degli intenti che hanno determinato i passi fondanti della storia dell’arte”.

 

Isgrò e Burri, cancellatura e combustione

Il visitatore, ancor prima di varcare la soglia della galleria, è accolto dalle opere di due grandi maestri: Mari di Sicilia del 2016 di Emilio Isgrò e Combustione plastica del 1957 di Alberto Burri. Il primo col gesto della cancellatura, la cui origine è datata al 1964, ha abbandonato la poesia come “arte generale della parola” per una che fosse “un’arte generale del segno”. La sua arte cancellatoria non è però da intendersi come distruzione della parola, bensì come una metodologia per salvaguardarla per tempi migliori, orientandola ad un accrescimento di significato che libera lo spettatore che ne fruisce da una pura contemplazione passiva per spingerlo verso nuovi significati. In tale modo la cancellatura diviene “una macchia che copre una parola, la separa dal mondo, la libera”.

 

Altrettanto liberatoria è l’espressività di Burri messa in atto attraverso il gesto e la materia. In tale combustione, che pare dialogare con i netti tagli di Fontana all’interno, l’artista crea dei grandi squarci che bucano il supporto, dimostrando un’abilità perfino nel calcolare le mancanze. In tali operazioni, come afferma Bruno Corà, il soffio, l’aria e il respiro si sono rivelati fondamentali quanto il fuoco stesso; così immaginare le fessurazioni come soffi provenienti dal respiro dell’artista le investe di una certa poeticità. Attraverso tale tipo di operazione si generano continui rimandi visivi tra la superficie dell’opera e l’ambientazione esterna, introducendo un’ideale estensione della stessa nello spazio.

 

I grandi maestri del Novecento

Proseguendo nel percorso all’interno risulta evidente la ricorrenza dell’elemento femminile, di cui Le due sorelle del 1942 di Massimo Campigli ne è un chiaro esempio. Protagoniste del quadro sono due donne, rese attraverso incastri di forme geometrizzate e d’influenza etrusca, avvolte in una dimensione quasi sognante, che rivolgono i loro sguardi all’osservatore. Sullo stesso tema si esprime anche Felice Casorati con Nudo nel paesaggio del 1951, quest’ultimo, protagonista del Realismo Magico, dipinge un nudo femminile di schiena avvolto su se stesso. Infine nel capolavoro Femme dans la nuit datato 1966 di Joan Mirò, la figura femminile, realizzata con un marcato segno nero per mezzo di linee agili e modellanti, è presentata mentre si rivolge alla grande stella stagliata nel cielo.

 

A completare la rassegna dei grandi maestri non può mancare Giorgio de Chirico, di cui è esposta una piazza metafisica con un nudo femminile scultoreo, accompagnato da due figure e un treno sbuffante sullo sfondo. Nella tela l’artista, con grande abilità, permea di un lirico silenzio l’architettura dello spazio urbano sfruttando la luce e la penombra dell’ora del crepuscolo. Ugualmente sospesa è l’atmosfera della Natura morta del 1963 di Giorgio Morandi, la cui opera è stata accuratamente scelta come copertina del volume dell’antologia. Forse in virtù del fatto che, come dichiarava Cesare Brandi, nessuno prima di Morandi “aveva parlato con tale intensità attraverso l’evocazione di oggetti inanimati, poiché, oltre i supremi valori figurativi […] vi è qualcosa, in queste nature morte, che oltrepassa […] il loro esser pittura, e sommessamente canta l’umano”.

 

La superfici, un confronto tra Fontana e Castellani

Suggestivo è anche l’allestimento della parete frontale rispetto all’ingresso. Su di essa si crea un efficace fil rouge che lega le tele esposte, sia per l’appartenenza al medesimo contesto del Secondo Dopoguerra, sia per le ricorrenze che si istituiscono tra i colori: in particolare la rossa tela di Agostino Bonalumi dialoga con i netti tagli su rosso di Lucio Fontana, ma anche con la medesima cromia di una parte della superficie di Giuseppe Capogrossi. Inoltre si potrebbe instaurare un ulteriore contrasto tra le forme che respingono dalle superfici di Castellani, Bonalumi e Turi Simeti che tentano di uscire dal quadro, e i tagli di Fontana che squarciano abilmente la tela per giungere all’animo dell’osservatore. Infatti Fontana e Castellani pur partendo da presupposti simili, sostituendo le illusioni concettuali date dall’uso della prospettiva con una reale tridimensionalità della superficie, raggiungono però esiti diametralmente opposti. Il primo porta verso l’interno in favore di un astrattismo informale, mentre il secondo verso l’esterno pronunciandosi per un informale geometrico.

 

L’indagine sul colore, Albers e Dorazio

Interessante è altresì l’indagine sul colore condotta da Josef Albers, di cui qui è esposto Study for Homage to the Square del 1973, il quale rimanda alla serie “Omaggio al quadrato” che gli ha consentito di creare innumerevoli tonalità di colori. Nel 1952 l’artista, che si interessava all’effetto estetico scaturente dall’interazione dei colori, asseriva: “Il pittore sceglie di collegare con il o nel colore. Alcuni pittori considerano il colore un accompagnamento a, e per questo lo subordinano a forma o altri contenuti pittorici”. Sempre sul colore è condotta l’indagine Piero Dorazio che, sul finire degli anni Cinquanta, ha elaborato un’idea di superficie come campo nel quale riverbera la forza autonoma del colore, derivata dallo spazio e dalla forma della luce. In Cycladic XII degli anni Ottanta si notano, come scriveva Ungaretti, “quei suoi tessuti o meglio membrane, di natura uniforme, quasi monocroma e pure intrecciata di fili diversi di colore, di raggi di colore” che “s’aprono, dentro i fitti favi gli alveoli custodi di pupille pregne di luce, armati di pungiglioni di luce”.

 

Attraverso la presentazione dell’antologia annuale 2022, la galleria dimostra nuovamente la sua capacità, consolidata nel corso degli anni, di creare un importante circuito espositivo e culturale in Italia e all’estero, coinvolgendo istituzioni pubbliche e private, con una programmazione internazionale agevolata dal solido rapporto con critici d’arte, curatori e collezionisti. La Tornabuoni Arte conferma quindi la sua vocazione, non solamente di galleria privata, bensì di fertile spazio della cultura aperto a un ampio pubblico.

 

 

Informazione di visita:

Tornabuoni Arte

MILANO, Via Fatebenefratelli 36

16 dicembre 2021 – 26 novembre 2022

[email protected] / www.tornabuoniarte.com / + 39 02 65 54 841

 

FIRENZE, Lungarno Benvenuto Cellini 3

3 dicembre 2021 – 26 novembre 2022

[email protected] / www.tornabuoniart.com / +39 055 68 12 697

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